La Regione presenta lo studio “La criminalità straniera in Toscana”.

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La criminalità straniera in Toscana

una ricerca realizzata da Regione Toscana e Avviso Pubblico

Fonte: ImmigrazioneOggi

Conoscere meglio la mappa e le dinamiche della criminalità organizzata, indagando anche su realtà e presenze finora meno conosciute, in modo da prevenire ed intervenire meglio. È questo l’obiettivo che si propone la ricerca La criminalità straniera in Toscana realizzata da Regione Toscana e Avviso Pubblico.
Il lavoro, - spiega una nota - che sarà messo a disposizione di forze dell’ordine ed enti locali, consente di fare il punto sulla realtà di soggetti criminali arrivati da altri Paesi e variamente intrecciati con le organizzazioni italiane. Una presenza, spiega la ricerca, che inizia almeno 15-20 anni fa. “La globalizzazione - si legge – è anche questo e genera di continuo effetti non desiderati nel cortile di casa. Il modo migliore per stare al riparo non è rinchiudersi nel proprio guscio territoriale, che è sempre fragile ed esposto alla aggressioni esterne, ma quello di conoscere i fenomeni e valutare i possibili effetti”. La ricerca, tra le altre cose, sottolinea i rischi legati agli equilibri instabili tra organizzazioni straniere e italiane.
A questo proposito, i ricercatori spiegano che la prostituzione si è sovrapposta, senza sostituirlo, al mercato del traffico di stupefacenti.
Per quanto riguarda le varie presenze, la criminalità albanese ha avuto fin dall’inizio una sua peculiarità legata al rilievo dell’appartenenza familiare, cosa che per struttura la rende simile alla ’ndrangheta. Con la collaborazione anche di toscani, le sue attività sono state segnalate, tra l’altro, a Prato, Empoli, San Miniato. Altra peculiarità, tra le sue file non annovera irregolari, tutti hanno i permessi in regola. Limitate le attività della criminalità russa, anche se si segnalano acquisti di alcune aziende, mentre dai primi anni del nuovo millennio si segnala la presenza di nigeriani nel traffico di stupefacenti e nella riduzione in schiavitù di donne da avviare alla prostituzione. Quanto alla mafia cinese, le organizzazioni non sono in tutto e per tutto identiche alle Triadi che operano in Cina. In base alle indagini, sono particolarmente attive sul versante dell’immigrazione clandestina. (Red.)